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Australian Open: Gulbis è tornato davvero?

[Q] E. Gulbis b. A. Bedene 7-5 6-3 6-2Che Ernests Gulbis, top 10 ATP nel 2014, sia uno dei talenti migliori visti negli ultimi dieci anni lo sanno tutti, ma la discontinuità agonistica a volte colposa, al limite dell’indolenza, che lo ha fatto scendere nei risultati e in classifica a tratti in modo grottesco (uno con un braccio simile fuori dai 250 è una bestemmia sportiva, attualmente è numero 256, ma tornerà almeno in top 200 al termine del torneo) è altrettanto nota. D’altronde, quando oltre a essere bello e forte a tennis sei anche stramiliardario di famiglia, trovare motivazioni serie può diventare difficile, e sarebbe ipocrita sostenere il contrario. Mettiamoci vicino qualche guaio fisico, ed ecco una carriera pressoché buttata via, sia detto con il massimo rispetto, direi rimpianto. Opposto al solido sloveno Aljaz Bedene sul campo 19, Ernests (che si è qualificato e ha poi battuto, sorpresona della seconda giornata, Felix Auger-Aliassime) entra in partita “di buzzo buono”, facendo vedere a più riprese perché sia stato (e possa magari essere ancora) così forte. Attualmente, dopo il periodo di collaborazione con Gunther Bresnik, lo allena il connazionale e quasi coetaneo Pjotrs Necajevs. Soliti servizi fulminanti, un rovescio naturale che scorre alla grandissima, il dritto (in versione con apertura “standard”, ovvero ovalizzazione quasi completa, non strozzata con flessione del polso, ha cambiato il movimento tante volte negli anni) che fa il suo dovere, e nel giro di un paio d’ore, condite da diversi punti da applausi, il lettone si trova sopra di due set e un break. Bedene, onestamente, non appare al meglio, sotto 2-1 nel terzo set si fa massaggiare gli adduttori lombari dal fisioterapista. Nel prosieguo del gioco, Aljaz appare sempre più bloccato con la schiena, e dopo 2 ore e 20 minuti, Gulbis chiude 7-5 6-3 6-2 e si qualifica per il terzo turno dell’Australian Open per la prima volta in carriera. Due vittorie di fila in un torneo dello Slam gli mancavano invece da un anno e mezzo, precisamente da Wimbledon 2018, quando si spinse fino agli ottavi di finale prima di essere sconfitto in quattro set da Kei Nishikori. Il suo prossimo avversario sarà il vincente del match tra Monfils e “nonno” Karlovic: a prescindere da come andrà, è un piacere rivederlo al livello che gli compete. last player not ranked in the atp top-250 (#gulbis, 256) to reach the #ausopen 3rd round was bobby reynolds (2005, 283)— Luca Brancher (@LucaBeck) January 23, 2020 Il tabellone del torneo maschile (con i risultati aggiornati) ...

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